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Domande Frequenti

Bn-Nava-Scarpe-AntinfortunisticheScarpe antinfortunistiche – Calzature da lavoro

Le calzature di sicurezza possono essere riconosciute della seguente normativa europea: EN ISO 20345:2011. Questo standard specifica i requisiti per le scarpe antinfortunistiche per utilizzi generici, come i rischi meccanici, anti scivolamento, rischi termici e comportamenti ergonomici.

Alla base della dotazione di sicurezza delle scarpe di lavoro troviamo il puntale e la lamina. Il primo protegge il lavoratore contro il rischio di lesioni da oggetti caduti dall’alto, quindi schiacciamento. Il secondo protegge da oggetti che possono trafiggere il piede.

 

Le calzature da lavoro vengono identificate con un sistema di classificazione cosi elencato: categoria SB e categoria SB P indicano la presenza del puntale di sicurezza anti schiacciamento con una protezione da 200 joule. La sigla P in aggiunta alla categoria SB indica che la scarpa antinfortunistica è munita di lamina di sicurezza resistente alla perforazione. Altre categorie sono: S1P; S2; S3; S4 e S5. Queste sono le più importanti e quelle che normalmente troviamo indicate sulle calzature, quando dobbiamo acquistare una nuova scarpa da lavoro. S1P aggiunge ai requisiti della SB P, la zona del tallone chiusa, proprietà antistatiche, resistenza all’olio e assorbimento dell’energia nella zona del tallone. La categoria S2 e S3 aggiungono a tutti questi requisiti della categoria S1P, la resistenza all’assorbimento dell’acqua e in particolare S3 la scarpa antinfortunistica con suola con rilievi. Infine S4 e S5 fanno riferimento ai classici stivali da lavoro realizzati in gomme o polimeri con puntale anti schiacciamento e lamina anti perforazione.

 

Oltre a questa classificazione in categorie delle calzature di lavoro, troviamo altri requisiti supplementari, indicati con simboli appropriati, che indichiamo qui sotto:

  • CI: Resistenza ad ambienti ostili, isolamento dal freddo della suola;
  • WR: Resistenza all’acqua;
  • M: Protezione metatarsale;
  • HRO: Resistenza al contatto da calore.

 

Altre normative, oltre ai requisiti base della EN ISO 20345:2011, sono:

  • EN 61340-4-3:2018, calzature conduttive o calzature dissipative;
  • EN 13832-2:2006, calzature di protezione contro agenti chimici.

 

L’ultima normativa che illustriamo è una delle più importati e riguarda la resistenza allo scivolamento delle scarpe antinfortunistiche, della suola.

Ci sono 3 livelli di test che la calzatura da lavoro deve superare. Al superamento dei test vengono attribuiti 3 codici marchiatura: SRA, SRB e SRC. Quest’ultima SRC che comprende la resistenza sia a SRA che a SRB.

Bn-Nava-Abbigliamento-ProAbbigliamento pro – abbigliamento protettivo

Questa ampia gamma di articoli per la sicurezza viene realizzata con tessuti specifici, per essere idonea in determinate condizione di lavoro, e mettere in sicurezza gli operatori nei vari ambienti di lavoro. I più utilizzati sono gli indumenti ad alta visibilità, richiesti in moltissimi settori come: cantieri; all’esterno; lungo le strade; e in diverse aziende/fabbriche.

Un’altra importante categoria di abbigliamento protettivo è quella degli indumenti multi-protezione, quindi indumenti resistenti alla fiamma o ignifughi, indumenti anti-statici, indumenti contro rischi termici o da arco elettrico, indumenti contro agenti chimici liquidi e infine gli indumenti di protezione ATEX.

Normative EN in riferimento all’abbigliamento protettivo da lavoro:

  • Abbigliamento ad alta visibilità EN ISO 20471 diviso in 3 classi. In aggiunta a questo possiamo trovare la EN 343, che indica gli indumenti con protezione dalla pioggia e la EN 342 per gli indumenti per la protezione dal freddo;
  • Abbigliamento anti-impigliamento EN 510;
  • Indumenti di protezione da calore e fiamma EN ISO 11612: 2005;
  • Abbigliamento di protezione per saldatura e processi affini EN ISO 11611: 2015;
  • Abbigliamento di protezione contro rischi termici o da arco elettrico IEC 61482-1-2:2019 (versione 2008) IEC 61482-2 (versione 2018);
  • Indumenti di protezione con proprietà elettrostatiche EN 1149;
  • Indumenti di protezione contro agenti chimici liquidi EN 13034: 2005 +A1:2009.

Bn-Nava-Abbigliamento-Da-Lavoro

Abbigliamento da lavoro

L’abbigliamento da lavoro è quello più ricercato nei settori di lavoro comuni. Negli ultimi anni questi indumenti per il lavoro si sono allineati nel design e nei tessuti agli indumenti per lo sport e per il tempo libero. Gli indumenti come, t-shirt, polo, felpe, pile, giubbini e pantaloni vengono disegnati con un taglio moderno, con tessuti tecnici e di qualità per garantire il massimo comfort e soprattutto la sicurezza.

Collaboriamo con le migliori marche nel settore della sicurezza: Payper, Cofra, Diadora e Portwest. Questi brand oltre a contare un’esperienza più che decennale, continuano a evolvere nuove soluzione nel campo della sicurezza, proponendo a tutti i lavoratori dai: muratori, agli artigiani, agli operatori in fabbrica, a chi lavora nel settore agrario le migliori soluzioni negli indumenti da lavoro. Capi antinfortunistici robusti, resistenti e soprattutto sempre più sicuri e con design e colori di

Bn-Nava-Guanti-Da-LavoroGuanti da Lavoro

Il guanto da lavoro è il primo dispositivo di sicurezza per utilizzo e importanza, in quanto sono le mani a renderci produttivi. Le lesioni alle mani sono uno dei più frequenti incidenti riportati nell’ambiente di lavoro. La gamma di guanti antinfortunistici comprende categorie e gradi di protezione per molti settori di utilizzo. Tra i più richiesti abbiamo i guanti anti taglio, anti scivolo e quelli con protezione chimica.

I guanti antinfortunistici si differenziano anche per il materiale con cui vengono realizzati. Facciamo un primo elenco:

  • Guanti monouso realizzati in materiali come lattice, vinile e nitrile;
  • Guanti in tessuto realizzati con materiali per isolare la mano dal freddo o dal caldo. Oppure sono guanti con un ottimo grip;
  • Guanti in pelle ideali per l’uso in applicazioni di saldatura;
  • Guanti resistenti agli agenti chimici realizzati in gomma sintetica o PVC.

Altri materiali che caratterizzano i guanti da lavoro, inteso come fodera del guanto sono: cotone, poliestere, nylon, acrilico, para-aramide, hppe, fibra di vetro, pelle e pelle crosta. Mentre come materiale a copertura del guanto o meglio detti a immersione sono: nitrile, neoprene, sabbiato nitrile, schiuma di nitrile, pu, lattice, pvc, tpv e tpe.

I requisiti generali dei guanti da lavoro sono regolati dalla normativa base la EN 420 2003 + A1 2009. Le altre normative regolano i diversi gradi di protezione, a seconda dei test a cui vengono sottoposti. Facciamo una rapida elencazione:

  • EN 388 2016 Guanti di protezione contro i rischi meccanici
    • Resistenza all’impatto
    • Resistenza del taglio laterale
    • Resistenza alla perforazione
    • Resistenza allo strappo
    • Resistenza al taglio da lama
    • Resistenza all’abrasione
  • EN407 Guanti di protezione contro rischi termici
    • Resistenza ai grandi schizzi di metallo fuso
    • Resistenza ai piccoli schizzi di metallo fuso
    • Resistenza al calore radiante
    • Resistenza al calore convettivo
    • Resistenza al contatto col calore per 15 secondi
    • Resistenza all’infiammabilità
  • EN12477 Guanti di protezione per saldatori
  • EN ISO 10819 Guanti di protezione: shock meccanici e vibrazioni
  • EN347 Guanti di protezione contro agenti chimici e micro organismi EN ISO 374-1:2016
    • ISO 374-1:2016 TIPO C basso contenuto di sostanze chimiche
    • ISO 374-1:2016 TIPO B
    • ISO 374-1:2016 TIPO C
    • ISO 374-5:2016 marcatura dei guanti contro batteri, virus e funghi. Prestazioni e resistenze.
  • EN 16350:2014 Guanti protettivi: proprietà elettrostatiche
  • EN511 Guanti anti freddo
    • Penetrazione all’acqua
    • Resistenza al freddo da contatto
    • Resistenza al freddo convettivo
  • EN 381 Guanti di protezione: per motoseghisti

Bn-Nava-Protezione-DPIProtezione D.P.I.

I dispositivi individuali di sicurezza includo tutti quei sistemi per la protezione dell’utilizzatore in qualsiasi ambiente di lavoro. Oltre ai guanti indispensabili per la protezione delle mani (categoria guanti), abbiamo diversi articoli di sicurezza che offrono una protezione per: occhi, udito, vie respiratorie e testa.

Protezione vie respiratorie

La protezione delle vie respiratorie include dispositivi di sicurezza come maschere, semi-maschere, e annessi filtri, per proteggere i lavoratori in specifici ambienti di lavoro. I pericoli maggiori per le vie respiratorie sono classificati in due categorie:

  • Particelle solide
    • Polveri, nebbia e fumi
  • Sostanze volatili
    • Gas e vapori

Per le particelle solide dobbiamo utilizzare filtri ad azione meccanica ed elettrostatica, mentre per le sostanze volatili dobbiamo utilizzare filtri combinati.

Le principali normative per la protezione delle vie respiratorie:

  • EN 140: 1998 Dispositivi di protezione delle vie respiratorie, maschere e semi-maschere;
  • EN 14387: 2004 Dispositivi di protezione delle vie respiratorie, filtri antigas e filtri combinati;
  • EN 143: 2000 Dispositivi di protezione delle vie respiratorie, filtri antipolvere;
  • EN 148-1: 1999 Dispositivi di protezione delle vie respiratorie, filettatura per maschere facciali;
  • EN 149: 2001 +A1:2009 Dispositivi di protezione delle vie respiratorie, mascherine filtranti contro le particelle.

 

Protezione occhi

La protezione degli occhi include dispositivi di sicurezza come occhiali, visiere, e maschere, per proteggere i lavoratori dalle diverse attività lavorative. Principalmente le categorie di protezione per questi D.P.I. sono regolamentate dalla normativa EN 166. Sintetizzando la normativa in un semplice schema abbiamo:

  • Classe ottica, resistenza meccanica, rischio chimico, rischio elettrico, rischio termico e trattamenti opzioni della lente.

Le altre normative per la protezione degli occhi sono:

  • EN 170: 2002 Protezione raggi UV;
  • EN 172: 1995 Specifiche per filtri solari utilizzati in ambienti industriali;
  • EN 169: 2002 Filtri per la saldatura;
  • EN 1731 2006 Protezione personale degli occhi. Reti di protezione e visori facciali;
  • EN 379: 2003 Filtri automatici di saldatura.

 

Protezione della testa

Il D.P.I. più comune per la protezione della testa è l’elmetto, ma anche questo dispositivo può avere forme specifiche per i diversi settori di utilizzo. Inoltre, abbiamo una gamma di accessori collegati per garantire altre protezioni. La normativa che stabilisce le proprietà e I test che deve superare un elmetto per essere a norma di legge è la: EN 397: 1995. I test principali sono: test di impatto, penetrazione, infiammabilità e altri test opzionali.

Le altre normative sono inerenti ad altre caratteristiche dei D.P.I. per la protezione della testa. E sono:

  • EN 50365: 2002 Caschi isolanti per uso su impianti a bassa tensione
  • EN 12492: 2012 Casco per alpinismo
  • EN812:2012 Caschetto anti-urto per l’industria

 

Protezione Antirumore

Un forte rumore nel luogo di lavoro può essere molto dannoso per l’udito e di solito accade gradualmente in modo che i lavoratori possano non essere consapevoli dei pericoli fino a quando non hanno già sviluppato una perdita dell’udito. In tutti gli ambienti di lavoro nocivi per l’udito i D.P.I. comunemente utilizzati sono le cuffie e gli inserti auricolari. Per l’individuazione di questi dispositivi abbiamo le seguenti normative:

  • EN 352-1: 2002 Protettori auricolari – Cuffie;
  • EN 352-2: 2002 Protettori auricolari – inserti auricolari;
  • EN 352-3: 2002 Protettori auricolari – Cuffie da montare su elmetti da lavoro;
  • EN 352-8: 2002 Cuffie con possibilità di ascolto audio.

Per identificare il tipo di protettore da utilizzare bisogna valutare il tipo di rumore, quindi l’intensità (dB), Il tempo di esposizione e calcolare l’attenuazione richiesta SNR.

SNR è il valore unico di attenuazione media. Su ogni dispositivo abbiamo il valore di attenuazione indicato in SNR e in HML, quindi frequenze H alte, M medie, L basse.

Bn-Nava-Primo-SoccorsoPrimo Soccorso

Tutti gli strumenti per il primo soccorso sono regolamentati dal D.Lgs. 81/08 all’art. 45 (Primo Soccorso). Inoltre vengono stabiliti i requisiti che deve avere il personale qualificato all’utilizzo dei dispositivi di primo soccorso. Secondo il DM 388/03 oltre ai fattori di rischio delle aziende vengono fatte due classificazioni.

Nelle aziende di gruppo A/B (con più di 3 dipendenti) è prevista la cassetta contenente la dotazione minima indicata nell’allegato 1. Nelle aziende di gruppo C (con meno di 3 dipendenti) è previsto il pacchetto di medicazione contenente la dotazione minima indicata nell’allegato 2.

Bn-Nava-Sistemi-AnticadutaSistemi Anticaduta

La protezione anticaduta viene messa in atto per prevenire i rischi connessi a cadute dall’alto, riducendo la forza d’impatto verso ostacoli o cadute a terra. I dispositivi più comuni utilizzati sono:

  • Imbracature
  • Dispositivi di ancoraggio
  • Cordini
  • Blocchi di arresto
  • Attrezzi vari

Valutazioni dei rischi per l’utilizzo dei dispositivi anticaduta.

Genericamente possiamo individuare 3 fattori per valutare i rischi del lavoratore: Controllo del lavoro, quindi limitare il movimento dei lavoratori stabilendo una distanza di sicurezza dal rischio di caduta; Posizionamento di lavoro, quindi utilizzare quei dispositivi anticaduta in situazioni in cui i lavoratori devono essere sospesi in posizioni a rischio caduta dall’alto; Anticaduta, tutti i sistemi che mirano ad evitare tutte le circostanze in cui il rischio di cadere è elevato.

Applicazione dei sistemi anticaduta (principi basi)

Quando si considera l’applicazione della protezione anticaduta, può essere più facile scomporlo nei suoi 3 punti principali, punti di ancoraggio, imbracature complete per il corpo e dispositivi di connessione.

  • Ancoraggio: questo è il punto del sistema che mantiene il peso in caso di caduta, può essere temporaneo o permanente. L’importante è che sopporti un carico di almeno 10Kn.
  • Imbracatura: è progettata per sostenere in modo sicuro tutto il corpo in caso di una caduta.
  • Collegamento: i dispositivi di collegamento connettono l’imbracatura ai suoi punti di ancoraggio. Sono ad esempio i cordino e i blocchi anticaduta.

Formazione del lavoratore e manutenzione dei dispositivi

La formazione anticaduta è un requisito essenziale per chi lavoro in altezza. Inoltre è indispensabile un piano di salvataggio con i sistemi in uso.

La sospensione in altezza dopo una caduta può essere pericolosa per l’utente se adopera il dispositivo per un tempo troppo prolungato. Una volta utilizzati, l’apparecchiatura deve essere controllata dall’utente prima di ogni uso e deve essere ispezionata obbligatoriamente ogni anno da una persona competente.

 

Normative dei dispositivi anticaduta:

  • EN 361:2002 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto. Imbracature;
  • EN 1497:2007 Equipaggiamento personale anticaduta. Imbracature di soccorso;
  • EN 358:2000 Dispositivi di protezione individuale per il posizionamento sul lavoro e la prevenzione di cadute dall’alto. Cinture e cordini per il posizionamento;
  • EN 813:2008 Equipaggiamento personale anticaduta. Imbracature da seduta;
  • EN 360:2002 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto. Retrattili;
  • EN 354:2010 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto. Corde;
  • EN 355:2002 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto. Assorbitore di energia;
  • EN 362:2005 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto. Connettori;
  • EN 353-2:2002 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto. Anticaduta guidato incluso di linea di ancoraggio flessibili;
  • EN795 Equipaggiamento anticaduta. Dispositivo di ancoraggio.

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